Ombra e destino

di Salvo Micciché

Ombra e Destino

un libro di Riccardo Emmolo


È stato presentato a Modica, presso il Circolo Dietrich Bonhöffer, il libro di Riccardo Emmolo Ombra e Destino, edito da “Il Battello Ebbro” di Porretta Terme.

Giuseppe Conte (che nei giorni precedenti la presentazione era stato anche a Scicli per una conferenza) e Antonio Sichera hanno illustrato ai numerosi intervenuti (tra cui i pittori Piero Guccione e Sonia Alvarez, la poetessa Silvana Blandino, la musicologa Mariolina Marino) i versi e i componimenti di cui noi avevamo parlato già in anteprima in un articolo del GdS di qualche mese fa (articolo cui rimandiamo per un ulteriore commento).

«Solo chi ha visto il colore mielato dei palazzi  e delle chiese di Modica Alta, – scrive nella Prefazione Giuseppe Conte – chi ha visto i riflessi cangianti, viola e resina e papavero dei Monti Iblei può capire il paesaggio di questo libro […] Una natura sospesa tra la concretezza terragna e il miraggio, tra “il cuore caparbio del carrubo”, con una memoria di Sciascia, e i “sogni delle case di Biserta”, al di là del mare, e di quel mare dipinto da Guccione…».

Il libro è infatti un continuo refrain di omaggi e racconti a Modica e Scicli, i luoghi ove il poeta vive oggi e dove nacque. Luoghi e personaggi, cui ogni poesia è dedicata: la moglie Maria, i figli, l’amico Denis, Piero Guccione, e sopra tutti Raffaele Tommasi-Rosso, suocero e amico di Riccardo, cui è dedicata la bellissima poesia I fiori del Gelsomino, che rievoca il fragrante profumo dei gelsomini di Pozzo Cassero e della sterminata silente bellezza di Cava d’Ispica.

Il carrubo fa da filo conduttore a tante poesie del libro, come Pomeriggio a Donnalucata, ispirata dalla visione di un quadro di Guccione, o Cuturi, o ancora Il Carrubo bruciato.

Ma il libro si apre con due spunti che segnaliamo al lettore: una significativa frase di Oscar Wilde che ci ricorda che «But for the lovers’ lips that kiss, the poets’ lips that sing» e la poesia La Parola al Buio, che è il “manifesto” di tutto il libro: «Quante volte ho sognato / di liberarmi dai pensieri […] Forse la parola al buio è una talpa / che scava, scava come il mare le grotte / di smeraldo.»

Seguono le sezioni Ombra e Destino, Dal Silenzio, La Pace e la Spada, Rapsodia di alcuni versi di “Ode to the West Wind” di P. B. Shelley, e Palinsesti.

La prima sezione è dedicata appunto ai luoghi e alle persone care: Modica, Scicli, Donnalucata, Pozzo Cassero, Ortigia (L’Isola delle Quaglie), Maria, Raffaele Tommasi-Rosso, i figli, Piero Guccione…; la giovinezza e il presente.

Dal Silenzio è – come è stato sottolineato anche da Conte e Sichera – un omaggio al classicismo con venature di cristianesimo, un alternanza di temi pagani e cristiani: O Basileus, sia che la marcia, Vieni Semidio, Scusami. Segue La Pace e la Spada, con le due poesie Alla Madonna a Cavallo e Canto delle spade. «Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre». (Mc 12,51-53). E – ovviamente – anche un omaggio alla Protettrice di Scicli.

Segue una Rapsodia di variazioni su Ode to the West Wind di Shelley. Variazioni in inglese, spagnolo, italiano e siciliano, che mostrano una grande meditazione dell’ottima Ode del poeta inglese e un amore per la ricercatezza della parola, del verbo, delle sensazioni che suscita, e insieme adattamento della letteratura universale ai ricordi del poeta: «Camarado, this is no a plaint / But a vision, a soul fever, / The last words of a Saint / That will wander forever …» (Variazione n. 4: “Amico, questo non è un lamento, ma una visione, una febbre dell’anima, le ultime parole di un santo, che vagabonderà per sempre”); «Mañana mariposas y abejas / visitarán / las hojas del algarrobo, / agitarán / los corazones de las flores / y una lluvia de polen y de licor / barrará todas las barreras entre la luz / y el amor. / Un cante entonces…» (Variazione n. 7: “Domani le farfalle e le api visiteranno le foglie del carrubo, agiteranno i cuori dei fiori e una pioggia di polline e liquore cancellerà tutte le barriere tra la luce e l’amore. Un canto, allora…”); «Chi è auruci stu vientu / ca fa parrari i fogghi / e  spogghia i giumma rê canni…» (Variazione n. 8).

Interessanti spunti di riflessione vengono proposti anche nell’ultima sezione, Palinsesti: Da Oscar Wilde, Sopra una Poesia di Pasternak, Sopra una Poesia di Tagore, Sopra alcuni Versi di Ibn Hamdis, Sopra una Poesia di Anonimo Siciliano del XVI Secolo. Omaggi ad alcuni degli autori cari al suo e al nostro immaginario: «Signuri, l’anima mia si rispera: / pirchì râti peni cussì forti? / Pirchì nun la firmati dda bannera / ca unni passa arrobba e lassa a morti!» sono i versi dell’ultima ode, che ancora una volta rispecchiano il tema dell’intero libro: l’Ombra che sovrasta la nostra vita e il Destino inesorabile che impera su di noi.